Quello di “economia circolare” è un concetto di cui si parla tanto da diverso tempo. E ce n’è un gran bisogno: i suoi sostenitori invocano un sistema in grado di sostenersi da solo, quindi totalmente ecosostenibile. Un aspetto che può essere sia causa che effetto di questo processo è una riduzione drastica della produzione di rifiuti. Da un lato, stimolando la produzione di beni a zero impatto ambientale ed educando i consumatori al loro utilizzo; dall’altro, studiando modi per dare nuova a vita a cose che invece di essere sprecate o mal smaltite possono trovare nuova vita, magari sotto un’altra forma. Quest’ultimo è il caso di Biova Bread Beer, un progetto torinese a dir poco geniale che fa nascere un’incredibile birra… Dal pane, o meglio dal pane inutilizzato e inutilizzabile di hotel bar e ristoranti, quello pronto a essere malamente buttato via.
La Bread Beer contro gli sprechi alimentari
Biova si definisce un movimento, a cui chiunque può partecipare in più tipi di forma. In poche parole, il progetto funziona così: il pane in eccesso viene recuperato da ogni genere di locale, dagli hotel di lusso alle panetterie; viene portato al birrificio più vicino tra quelli che aderiscono al movimento; e infine viene restituito, sotto forma di birra, la “bread beer”, che al momento viene realizzata in due varianti. La Classica, ispirata alla Kolsch più tradizionale, che fa impazzire tutti con il tocco di sale dato dal pane.
E poi la San Salvario, edizione speciale ispirata alla ricetta Golden Ale: in questo caso, i profitti delle vendite vanno alla Onlus Celocelo Food, che svolge un fondamentale lavoro di ritiro dell’invenduto dai negozi del quartiere di San Salvario, da redistribuire in pacchi spesa alle famiglie in difficoltà nel circondario. Ed ecco che uno dei quartieri storicamente più vivi di Torino, gravemente colpito dall’emergenza sanitaria Covid, può guardare al futuro con più ottimismo. Il progetto è partito dal capoluogo piemontese, ma non si pone limiti: non a caso, la San Salvario verrà prodotta nel microbirrificio Brewfist di Codogno, in un’altra zona diventata tristemente famosa nelle prime settimane di pandemia, come la bassa lodigiana.
Quanto pane viene sprecato ogni giorno?
Anche il più pessimista farebbe fatica a dare una risposta tanto disastrosa a questa domanda: 13mila quintali. Biova Project ha avuto fin dall’inizio l’intento di generare valore dallo spreco, e trasformare il pane invenduto in birra artigianale è un modo stupendo di farlo. Ad oggi, è stata recuperata una tonnellata di pane, e per ogni 150 chili nascono 2500 litri di Bread Beer, vengono risparmiati 1365 chili di CO2 e salvato il 30% del malto d’orzo che altrimenti andrebbe perso. Trovate queste e molte altre informazioni sul sito https://www.biovaproject.com/, ma potete anche chiedere a noi, sia per informazioni che per acquistare i prodotti, compilando il form qui!