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Alle origini di Origine Green Spirits

Il laboratorio dell’entroterra savonese si racconta e anticipa una grande novità: il vermouth bio, in arrivo nel 2024.

Per approcciare il progetto di Origine Green Spirits, la via più diretta è partire dai loro prodotti di punta. Gin Gino, il gin che parla ligure senza troppi esibizionismi e che piace ai puristi di questo distillato. E la Vodka 0.1, la prima vodka italiana ottenuta interamente da ingredienti coltivati secondo gli standard dell’agricoltura biologica. Ma per comprendere meglio l’approccio di Alessandro Pancini e Luca Graffo, i due titolari, il consiglio è di cominciare a scaldare le papille con la gamma dei liquori monoerbe. Perché, nella loro purezza, raccontano molto di questo progetto. Il territorio, senz’altro, a partire dalla borgata di Cengio Alto nell’entroterra savonese, così come l’attitudine del duo a un’autenticità che non è mai di facciata.

Siamo nati nel 2004 con una piccola startup. Eravamo due giovani allora trentenni che volevano fare qualcosa per riportare vita nel nostro centro storico che all’epoca viveva un timido risveglio dopo l’abbandono post-industriale. Parlare di senso d’identità, produzione totalmente biologica, utilizzo di prodotti da agricoltura locale non era per nulla scontato. Ma questi sono i concetti con cui è nata e cresciuta Origine” racconta Alessandro Pancini. Così, da perfetti autodidatti, hanno trasformato l’abitazione dei nonni in un opificio e sono partiti, cominciando proprio dai liquori monoerbe.

Hanno cominciato con Liquirizia, Camomilla, Limone, Ginepro, Finocchio, Menta. Poi si sono aggiunti Rosa, Caffè e Zenzero. Un’erba, una bacca, una foglia, un seme. In purezza, assoluta. “Con questa gamma vogliamo dare risalto all’autenticità del gusto attraverso la trasparenza dell’uso di una singola botanica. Mantenerne la coerenza e la fragranza, senza intaccare le sensazioni aggiungendo ulteriori aromi”. Poi è arrivato l’Uomo Nero, amaro della tradizione locale. E nel 2009 è nata la Premium Vodka 0.1. “Che tra gli ingredienti ha dato importanza anche all’acqua di produzione. Se generalmente si utilizza acqua distillata o depurata, noi usiamo solo acque minerali, vive. La Lurisia che proviene dalle Alpi Marittime è perfetta per la vodka. Per i liquori monoerbe usiamo l’acqua minerale di Calizzano, per rimanere in uno spazio ancora più locale”. Lo avrete capito. Qui i fornitori hanno un nome e un cognome. “Le erbe officinali per esempio arrivano dall’azienda Agronatura di Spigno, che lavora erbe piemontesi rigorosamente bio. Mentre le spezie arrivano da tutto il mondo, ma nella quasi totalità dei casi riusciamo a reperire prodotti bio”.

Nel 2015 è il turno del Gin Gino, che anticipa di fatto una tendenza – quella dei gin – che sarebbe scoppiata da lì a poco. “È un gin classico, con predominanza del ginepro come insegna la scuola inglese. Le altre botaniche, liquirizia, rosa, salvia e limone, sono tenute in un tono minore. Piace a chi ama il gin classico, deciso, autentico”. La sua base alcolica è costituita dal distillato di grano biologico, in cui vengono armonizzati gli alcolati delle erbe officinali autoprodotti nel laboratorio attraverso la distillazione sottovuoto a basse temperature, per preservare aromi e profumi. Poi è arrivato il Gin Ginameno tradizionale, caratterizzato dal calamo aromatico, una pianta di origine mediorientale, diffusa anche nei nostri territori, dove cresce lungo i fiumi, mentre il bergamotto e il pompelmo lo arricchiscono di sensazioni suadenti”.

Gli ultimi nati sono l’amaro Rheum, che ha in sé tutta la storia delle spezie che dal Medio Oriente arrivavano ai porti di Genova e Savona e che ormai fanno parte dell’immaginario olfattivo e gustativo, oltre che della tradizione gastronomica. E Bit, il bitter alla moda di Origine. “Un prodotto di cui siamo innamorati, che prende spunto dai ricettari classici, frutto di una ricerca complessa, passata attraverso tre anni di campionature. L’Artemisia absinthium presente nella formula è coltivata dall’ Azienda Agricola La Marchetta nel comune di Cengio. Una produzione agricola autoctona che si unisce alle sensazioni esotiche della corteccia di Cascarilla proveniente dalle isole tropicali delle Bahamas”. Gin e bitter. Manca un vermouth per comporre la sacra trilogia del cocktail italiano per eccellenza, il Negroni. “Arriverà nel 2024, ci stiamo lavorando. Un Vermouth bio, ovviamente, per prepararsi un perfetto Negroni biologico”.

A fianco di tutto questo, infine, c’è l’importante mercato conto terzi, che rappresenta una fetta importante della produzione di Origine Green Spirits. Due nomi su tutti: Engine tra i gin; Barzotto, Basanotto e l’ultimo arrivato M’inchinotto tra i liquori. “È un mercato che ci permette di fare molta sperimentazione. Si parte da concetti e idee per portarle nella bottiglia, lungo un processo empirico che passa attraverso prove e microtest”.


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