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Réviseur, quando il terroir fa grande un Cognac

Una delegazione di 1492 Coloniale Group è stata in visita in Petite Champagne in una delle maison più iconiche del Cognac, per toccare con mano una produzione unica.

Le vigne pettinate della Petite Champagne dormono ancora tutte, in questi primi giorni di febbraio, in attesa che la primavera faccia il corso. Ma è un periodo di grande fermento. No, fermento non è il termine giusto. Meglio spirito. Perché qui, nel cuore di una delle regioni più belle della Francia, è tempo di distillazione. Dai tradizionali alambicchi ramati – i più esperti ne conoscono a memoria il nome, Charentais, e la forma sinuosa – goccia a goccia prende vita uno dei distillati più nobili: il Cognac.

Se è vero che “ogni cognac è un brandy, ma non tutti i brandy sono cognac”, è altrettanto vero che c’è cognac e cognac. Quello che abbiamo avuto modo di toccare con mano, respirandone gli afrori alcolici, indagando la sua grandezza nel tempo, è senz’altro uno dei più ricercati. Stiamo parlando del Cognac Réviseur, realtà nata nel 1989, oggi di proprietà di Francis Abécassis. Dal 2001, sotto la sua guida, la Tenuta si è sviluppata fino a superare i 90 ettari di vigneti interamente dedicati alla produzione di cognac, tutti locati nella Petite Champagne e coltivati 100% a ugni blanc.

Dietro questo cognac c’è la filosofia unica del single estate, ovvero la concezione del cognac dalla vite al bicchiere. Tutte le fasi della produzione infatti avvengono nelle loro tenute: dalla coltivazione della vite alla vinificazione, senza l’impiego di conferitori, e poi tutti i passaggi successivi che caratterizzano il prodotto: la distillazione, l’invecchiamento, l’arte dell’assemblaggio” racconta Gabriele Benedettini, che cura il portfolio di 1492 Coloniale Group, distributore in Italia del marchio, di cui dispone di tutte le referenze.

Benedettini, assieme ad altri clienti, buyer e agenti 1492 Coloniale Group, è stato ospite per alcuni giorni dell’azienda. “Abbiamo visitato la tenuta, le vigne, la cantina, la distilleria, il Chateau. Un’esperienza unica, che ci ha permesso di assaggiare il vino prima della distillazione, il prodotto distillato, le prove dai single cask usati per l’assemblaggio. Ma se devo dire il momento più emozionante, è stato sicuramente quando siamo entrati nella Paradise Cellar, dove abbiamo potuto degustare samples con 50, 70, 100 primavere alle spalle” spiega ancora emozionato Benedettini.

 

Il segreto di Réviseur: il single cru

Più dei premi – tra i tanti, questa realtà ha anche ottenuto quello di “Producer of the Year” nel 2019 al IWSC di Londra – a colpire è il racconto orgoglioso del mondo Réviseur, che ruota attorno al concetto di single cru. “Se oggi è un trend che anche altre case stanno perseguendo , qui sono stati autenticamente pionieri, abbracciandolo da molti anni”. Pratiche sostenibili in vigna, rispetto del terroir, grappoli di ugni blanc vendemmiati parcella per parcella e immediatamente pressati – le vigne sono tutt’attorno alla cantina – per preservare le caratteristiche aromatiche dell’uva. Solo così nasce un grande vino per la distillazione. Il resto della storia è autentica tradizione: gli alambicchi in rame guidati dal Mastro distillatore, l’invecchiamento nelle botti di legno, l’equilibrio perfetto che nasce dell’esperienza del Maestro di Cantina, capace di combinare diverse partite e le loro tipicità in base al gusto desiderato. Il risultato sono cognac che offrono una ricchezza e una delicatezza unica, la cui complessità accresce con l’invecchiamento.

Ma non cadiamo in cliché abusati: il cognac è un distillato che va bene per le grandi occasioni, ma altrettanto per il consumo 365 giorni l’anno, anche in miscelazione, dove rivela un carattere inaspettato” spiega ancora Benedettini. “Per esempio, è fantastico miscelato con un semplice sodato. Una bevuta immediata, per tutti, fresca, di grande piacevolezza”. Cognac (Réviseur), ginger ale, una scorzetta di limone, ghiaccio cristallino e un tumbler alto: il cognac così assume nuovo spirito.

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