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Birra Salento, la filiera agricola della birra nel cuore della Puglia

È una storia che parte negli anni ’80. Maurizio Zecca è poco più che ventenne, con entusiasmo giovanile gira con il suo camioncino scoperto tra le strade di Leverano, in provincia di Lecce, vendendo a domicilio birre un po’ particolari. O forse ancora prima. 1963. Fernando Zecca, papà di Maurizio, è a Fribourg, in Svizzera. Lavora in un birrificio, “a scaricare casse di birra piene e vuote”. Da allora, ne è passata di birra sotto i ponti.

Oggi Birra Salento è diventato uno dei birrifici artigianali più rilevanti del panorama italiano, per qualità ed ettolitri prodotti. Con una filiera agricola che è sempre più importante. Fernando Zecca, terza generazione di questa storia, figlio di Maurizio, si occupa del marketing e degli eventi. Ma prima di fargli raccontare il presente e il futuro del birrificio, bisogna conoscere la fine della storia.

“Dalla vendita a domicilio, mio papà passò a servire i primi locali, ristoranti e pub. La piccola sede, ubicata nella casa in campagna, non basta più. Con un nuovo capannone, nasce la distribuzione MebImport, che oggi è un’azienda con sei magazzini e oltre 300 collaboratori”. Papà Maurizio ha anche l’intuizione di creare un birrificio artigianale. Un sogno che pare infrangersi tra le pieghe delle burocrazia. “Quando l’impulso iniziale stava scemando, arriva un segno del destino. È il 2013, quando ritroviamo la lettera del nonno Fernando, scritta esattamente 50 anni prima, il 7 settembre 1963, dove racconta ai familiari la sua storia nel birrificio di Fribourg”. Passano quattro anni, e nel 2017 nasce ufficialmente Birra Salento. Per raccontare cosa è oggi, usiamo due concetti. Ricerca e filiera agricola.

“Esatto. Da tre anni siamo un birrificio agricolo, produciamo la maggior parte degli ingredienti all’interno della nostra cooperativa. Ancor prima di aprire il birrificio, con l’Università del Salento abbiamo fatto molte ricerche per individuare le varietà di orzo che potessero essere coltivate in loco. La scelta è caduta su due varietà di orzo da birra, concerto e odissey, poi abbiamo aggiunto anche la varietà fortuna. I campi d’orzo, 20 ettari di terreno, sono proprio davanti al birrificio. In questi giorni di giugno, hanno il colore dell’oro; sono come un mare, pronto alla raccolta. “Ma abbiamo realizzato anche una cooperativa agricola, con i nostri consorziati arriviamo a 250 ettari. Il 70% dell’orzo che usiamo è nostro, coltivato in Puglia”. Il prossimo step è la nascita della malteria aziendale. “Oggi maltiamo a Menfi, a settembre inaugureremo la nuova struttura. Un progetto che ci permette di chiudere la filiera a 360 gradi”. Anche parte del luppolo è di produzione locale. Tre gli ettari coltivati, per 10.000 piante, varietà perlopiù americani (cascade la principale) e qualcuna nord-europea. “Siamo al secondo anno di raccolta, abbiamo avuto risultati importanti. Col nostro luppolo abbiamo prodotto circa 200 ettolitri di Fresh Hop Harvest, la nostra birra 100% da filiera agricola. Già quest’anno le piante produrranno di più, e l’obiettivo è di allargare anche ai consorziati la coltivazione”.

  • Quali sono le attuali linee di produzione?
    Abbiamo tre linee. La linea Tradizione interpreta, come anticipa il nome, gli stili tradizionali in cinque birre. La Linea Provocazione comprende stili di tendenza, come le due IPA (session e american) e le due IGA. Poi c’è la linea Passione: passione per il nostro territorio, con spezie locali, con tre tipologie. In tutto, sono dodici le etichette, per 15mila ettolitri di produzione (dato 2023).
  • Le tre linee sono molto diverse anche per packaging.
    La linea Tradizione è nella bottiglia. Sono prodotti dalla beva immediata. Come la birra Agricola, che proponiamo anche nella bottiglia da 66 cl, il formato della convivialità, proprio per trasmettere l’idea che anche il prodotto artigianale può essere bevuto con facilità, senza inutili sofismi. La Linea Passione esce in una bottiglia più elegante, da 75 cl, ed è pensata soprattutto per la ristorazione. La Linea Provocazione è molto pop, come le birre, e prevede anche lattine. Crediamo in questo contenitore, anche per quei locali o sulle spiagge dove il vetro non può essere usato o in eventi dove le spine non sono presenti.
  • Quali sono le tre birre con cui avvicinarsi a Birra Salento?
    Partirei senz’altro dalla Agricola, una birra artigianale, popolare e democratica, la classica chiara, ma di qualità, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Poi la Nuda e Cruda. Una delle poche bohemian pils prodotte in doppia decozione, come si faceva nei birrifici della Boemia, per un risultato molto piacevole. Infine la Igea, una golden ale agrumata e speziata, senza glutine, ma non per questo meno buona. Una birra inclusiva, per tutti.
  • Il futuro cosa riserverà?
    Chissà. La certezza è l’inaugurazione della malteria che, in linea con la nostra filosofia, sarà uno spazio vivo, aperto, con una bellissima corte interna, per diventare un nuovo tassello per il turismo brassicolo. Ci crediamo molto, già oggi effettuiamo tantissime visite guidate, all’azienda e al luppoleto, con svariate iniziative, dall’happy hour al tramonto, agli abbinamenti gastronomici da gustarsi nel nostro soppalco panoramico con cucina integrata. In cinque anni abbiamo accolto più di 30.000 visitatori.
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