Numeri alla mano, Vittorio Sardi, nostro capo area del Levante, analizza i trend dell’estate appena terminata
L’estate è finita e, come ogni anno, è tempo di bilanci. In Liguria, il settore turistico e della ristorazione ha vissuto un’estate altalenante. Per cercare di fare chiarezza, abbiamo chiesto a Vittorio Sardi, capoarea del Levante di Timossi, la sua prospettiva diretta sulla stagione appena conclusa.
Com’è stato questo mercato estivo 2024?
«Partiamo da un presupposto: non ci si aspettava un’estate esaltante, e così è stato. Il clima non ha aiutato, tutt’altro: l’estate è partita in ritardo ed è finita presto. Nel complesso, abbiamo registrato un calo generalizzato delle vendite, che ha interessato in particolare alcuni locali storici. Come azienda, invece, siamo riusciti a bilanciare i risultati, anche grazie all’acquisizione di nuovi clienti».
Qual è stato il calo medio rispetto allo scorso anno?
«Non è possibile generalizzare, perché la situazione è molto variegata. Ci sono locali che, grazie a una gestione attenta e proattiva, hanno limitato i danni, registrando un calo contenuto, inferiore o attorno al 10%. Altri, invece, hanno faticato maggiormente, per svariati motivi. Sicuramente, quando il momento è complesso, aiuta avere una gestione dinamica per essere pronti alle nuove esigenze del mercato».
Ci sono prodotti o trend che ti hanno sorpreso?
«Non c’è un prodotto o un segmento specifico che abbia brillato in modo particolare. Il vino, in generale, ha subito un calo, forse anche a causa dell’aumento dei prezzi che ha influenzato le scelte dei consumatori. Tuttavia, ho notato con piacere che i prodotti locali hanno ampliato la loro presenza nei menù e nelle scelte dei clienti. Birre artigianali, distillati, liquori e vini liguri stanno guadagnando sempre più terreno, e i consumatori trovano una scelta più ampia e diversificata».
È più facile vendere i prodotti locali?
«Il turista ha piacere di assaggiare i prodotti del territorio ed è sempre più attento alla qualità e all’autenticità. I produttori liguri stanno rispondendo a questa domanda puntando sull’eccellenza e sulla valorizzazione delle materie prime locali. Credo che questa sia la strada giusta per emergere in un mercato sempre più competitivo. E sono convinto che ci sia ancora molto potenziale da sfruttare».
Molte analisi affermano che quest’estate la Liguria ha visto un turismo prevalentemente straniero, e meno italiano. Se questo è vero, cosa comporta nei consumi?
«È probabile che il turismo italiano abbia subito un calo a favore di altre mete, soprattutto estere. La Liguria, tuttavia, continua ad attrarre visitatori che, una volta scoperto il nostro meraviglioso territorio, tendono a tornarci. Questo dimostra che la nostra regione ha ancora molto da offrire e che dobbiamo continuare a investire nella promozione e nell’accoglienza turistica».
Proprio sull’accoglienza turistica dei liguri spesso si fa ironia. Siamo davvero quelli della “torta di riso finita”, o abbiamo fatto passi in avanti?
«Magari non siamo espansivi come in altri contesti, ma scortesi o poco attenti al cliente assolutamente no. In alcune zone, penso per esempio alle Cinque Terre, c’è una maggiore sensibilità, in altre bisogna ancora migliorare. Di sicuro, non ci si può più adagiare sul turismo “comodo”, di chi viene sempre a prescindere, ma occorre investire in strutture e accoglienza. Così come non possiamo fare affidamento solo sulle nostre bellezze naturali, ma bisogna lavorare per offrire un’esperienza completa, come accade per altre destinazioni turistiche».
Timossi non è solo distribuzione e logistica, ma offre anche servizi di progettazione, consulenza e formazione. Quanto è conosciuto questo volto aziendale?
«La consapevolezza sta crescendo, ma c’è ancora tantissimo da fare. L’Academy di Timossi e le altre iniziative formative e consulenziali che proponiamo possono essere molto utili al settore Horeca. Ma dobbiamo ancora lavorare tanto per far capire che la professionalità e la competenza sono fondamentali per offrire un servizio di qualità e per distinguersi in un mercato sempre più competitivo».