Il moonshine “Il Signor Camillo” racchiude l’essenza dell’Appennino Ligure grazie all’utilizzo di cereali locali non maltati e alle materie prime del territorio, per un progetto unico nel panorama nazionale
Il moonshine nasceva come distillato giovane, prodotto nella clandestinità durante gli anni del Proibizionismo. Con il favore della notte o, meglio, del chiaro di luna. Quest’atmosfera di un bicchiere fuori dagli schemi, di notte stellata, si respira ancora assaggiando “Il Signor Camillo”, con la complicità dei boschi dell’Appennino Ligure e l’ambientazione di un vecchio mulino che ancora si muove lentamente ad acqua. Eppure questo moonshine nasce da un progetto estremamente contemporaneo, che si basa sul controllo completo della filiera, dai cereali in campo al distillato in bottiglia, passando per una macina in pietra e una distilleria nuova, progettata su misura. Soprattutto però quello che fa la differenza è il lato umano, la mano e la passione di Diego Assandri, quinta generazione di una famiglia che con i cereali ha sempre avuto un rapporto privilegiato, contadini nell’Ottocento, mugnai con il nonno, il Signor Camillo del marchio, a metà Novecento e oggi distillatori.
Il progetto Il Signor Camillo
Diego racconta della sua passione per il whisky nata durante i viaggi che lo hanno portato ad attraversare l’Africa e l’America Latina. L’idea di produrlo per proprio conto arriva nel 2010 ma prima di concretizzarsi trascorre un decennio durante il quale fa esperienza in Tennessee e in Sudafrica all’interno di due marchi di punta del settore. Nel 2018 decide di acquistare gli alambicchi che si fa produrre su proprio progetto negli Stati Uniti e in Sudafrica. La distilleria è pronta nel 2020 ma, causa Covid, ci vorranno altri due anni per avere le prime bottiglie di Moonshine.
Il processo produttivo: dalla terra al bicchiere
Tutto ha inizio nei terreni di proprietà della famiglia Assandri, in località Maddalena, dove viene coltivato il mais, la materia prima del distillato. Questo mais, rigorosamente non maltato per preservarne le caratteristiche organolettiche, viene macinato a pietra nel mulino di proprietà della famiglia. Il macinato viene poi miscelato con l’acqua (calda) del territorio e inserito all’interno di un mash tun per dare il via all’ammostamento. Dopo questa prima fase, si procede con la prima fermentazione, in un apposito tino in acciaio, grazie a lieviti nutriti con una ricetta gelosamente custodita da Diego. La fermentazione può durare fino a 3 giorni, e il risultato è un prodotto antesignano della birra, forte e acido. A questo punto si procede con la fase della doppia distillazione, con un primo passaggio in alambicco discontinuo in rame che permette di estrarre i profumi e un secondo passaggio, in alambicco a colonna discontinuo, che conferisce struttura e raffinatezza al distillato. Questo passaggio è fondamentale per arrotondare un prodotto che non può contare sul tempo per ammorbidirsi. Il Moonshine, infatti, è per definizione uno young spirit, agricolo, verace, capace di esaltare al massimo la materia prima con cui viene prodotto. Ecco perché questo diventa il primo legame con il territorio. Il Signor Camillo per Diego è proprio questo: un modo per raccontare Sassello, le sue colline, i campi e quel mulino in pietra di famiglia che gira ancora grazie alle acque del Rio Sbruggia. E’ anche i pomeriggi d’estate in campagna, le ginocchia sbucciate e quell’acqua resa frizzante dall’idrolitina che le nonne chiamavano Vichy e servivano nella classica bottiglia costolata che oggi è diventata icona del Moonshine firmato da Il Signor Camillo.
La gamma “Il Signor Camillo”
Il legame con il territorio viene interpretato in diversi modi da Diego. Anzitutto attraverso i cereali. esaltati nel Classico: non invecchiato e non affinato, rappresenta l’espressione più pura del distillato, esaltando l’essenza del mais. Il Cuore di Legno, affinato in tank d’acciaio con chips di rovere, acquisisce delicate note di legno e vaniglia, che si integrano armoniosamente con gli aromi del mais. L’ultimo nato, presentato a settembre 2024, è il Chinotto e Miele: e rappresenta un omaggio alla Liguria, grazie all’aggiunta di chinotto di Savona e miele di Sassello al mais durante la fermentazione. Accanto a queste tre versioni, ogni anno Diego si concede una Special Release che sperimenta l’affinamento in botti diverse. Il primo anno è stata la volta del diPorto, affinato in botte esausta di Porto. Nel 2024 invece ha varato il diCastagno, affinato in botti di castagno, l’albero che più di tutti contraddistingue il paesaggio dell’entroterra.
La luna però, è anche ispirazione, come insegnano i tanti cantori, da Giacomo Leopardi a Gianni Togni. Per Diego ha significato prima sognare poi dare concretezza a una passione, quella per il Whisky. Nel 2025 infatti è previsto il lancio del primo Whisky “Il Signor Camillo”, frutto di un invecchiamento di tre anni in carato. La produzione è organizzata in single batch per single grain, non maltato,. “I cereali – spiega Diego – sono per l’Italia quello che la torba è stata per gli scozzesi, una firma, un marchio d’identità che potrà rendere il nostro prodotto identificabile in tutto il mondo”. Una scelta che al momento lo ha premiato: nel 2023 – vero e proprio record per una distilleria così giovane – il Moonshine Il Signor Camillo è stato premiato con la Medaglia d’Oro ai World Whiskey Awards di Londra per poi ripetersi nel 2024. Anche il Whisky, così come il Moonshine, non punta su grandi numeri ma al contrario su un numero limitato di bottiglie, rifinite come gioielli. La produzione è legata strettamente all’annata agricola e al macinato, oltre al lavoro di Diego che segue direttamente ogni fase. A questo si aggiungono i limiti tecnici: “Con il Moonshine solo il 10% circa del mash iniziale diventa distillato. Con il Whisky il rapporto è ancora più ridotto per la perdita di volume durante l’invecchiamento in botte”. Con questi chiari di luna, però, ne vale sicuramente la pena.
I prodotti Il Signor Camillo sono distribuiti in esclusiva da 1492 Coloniale Group