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Altavia: il primo agribirrificio ligure ora è anche in lattina

NOVITÀ TRA I NOSTRI SCAFFALI: ENTRA IN DISTRIBUZIONE ALTAVIA, IL BIRRIFICIO DI QUILIANO (MA CON L’ANIMA DI SASSELLO) 

È stato il primo agribirrificio ligure. E oggi è il primo in Liguria ad abbracciare le lattine. I ragazzi di Altavia, il birrificio nato nel 2016 a Sassello, che abbiamo da pochissimo inserito nella nostra distribuzione, hanno le idee chiare. “La lattina è più sostenibile, ma non è l’unico motivo che ci ha spinti a questo passo” racconta Giorgio Masio, il mastro birraio. “Le lattine infatti garantiscono una shelf life più lunga. Se prima su quasi tutte le birre era di sei mesi, oggi possiamo garantire minimo un anno”. E poi vuoi mettere la praticità, ma anche la figaggine estetica di un contenitore perfetto per il mondo birra. Di fatti, la novità ha portato anche un completo restyling grafico. Tranquilli: il cinghiale un po’ imbranato che si regge a fatica sul bordo del bicchiere è rimasto il logo immutato del birrificio. “Però tutto il resto è cambiato. Abbiamo voluto mantenere forte la nostra matrice ligure. Abbiamo scelto colori pastello che richiamano le facciate dei borghi liguri, mentre le ali dell’etichetta ovale, di per sé un po’ retrò, disegnano il profilo di una montagna, esattamente il crinale del Beigua”.

Perché il legame tra Altavia e la Liguria è connaturato nella storia di questo birrificio. Essere agricoli, di fatto, significa trasportare in ambito brassicolo un concetto caro al mondo del vino: il terroir. Ma cosa significa essere agricoli di montagna in Liguria? “Significa sfruttare alcune materie prime del nostro territorio, in maniera intelligente ma anche innovativa. A partire dall’orzo che coltiviamo nei nostri campi, e che maltato diventa la base, o potremmo dire la schiena, di tutte le nostre birre. Poi c’è l’acqua: la Liguria ha alcune fonti leggerissime, perfette per la birra. E ancora, alcuni ingredienti caratterizzanti come il miele, di cui curiamo la produzione, oppure le albicocche valleggine che arricchiscono la nostra sour, e ancora le castagne essiccate nei tecci che imprimono una inconfondibile nota affumicata alla Scau, la nostra rauch Bier”. Ma non è finita. Perché a Sassello i ragazzi di Altavia hanno impiantato anche un luppoleto.

Scelta non consueta, ma dettata da una semplice osservazione: di luppolo selvatico, nell’entroterra ligure, ne nasce a bizzeffe. “I risultati della coltivazione, che finalmente è entrata in piena produzione, sono sorprendenti. Abbiamo una sola varietà, il Crystal, che qui esprime caratteristiche inedite, a partire da una maggiore concentrazione degli oli essenziali”. Un Crystal dalle spalle larghe, verrebbe da dire, con una nota agrumata delicata che vira sul limone, decisamente interessante. Se la parte agricola, seguita da Emanuele Olivieri, è tutta a Sassello, nel 2022 la sede produttiva è stata spostata a Quiliano. “Il motivo è solo logistico, non ci stavamo più nella vecchia sede e nei dintorni non abbiamo trovato un posto idoneo. Abbiamo scelto Quiliano anche in funzione dell’acqua”.

Le birre di Altavia

La narrazione, in questa storia, è importante. Perché dietro c’è una storia (a partire dai nomi, che richiamano quasi sempre il dialetto ligure, oppure luoghi cari come Badani, prima sede del birrificio), una suggestione, un legame. Questo però non deve far dimenticare la qualità delle birre, che è altissima, come dimostrano alcuni premi (uno su tutti, il terzo posto al concorso Birraio Emergente d’Italia, nel 2018) e una crescita anche quantitativa (dai 250 ettolitri prodotti nel 2016 ai 1200 prodotti nel 2022). A partire dalla birra più simbolica, la Badani, una pils dalla bevibilità assassina, fragrante, dove malti e luppoli rimangono in perfetto equilibrio. Oppure la Contamusse, classicissima IPA che profuma di tropici – ma c’è anche l’erba falciata di fresco, e qualche fiore di campo – dal finale secco e amaro, che vira su note resinose e agrumate.

O l’Anniversario, keller prodotta in occasione del primo anniversario di fondazione del birrificio, e mai più abbandonata. E ancora, la Tersè, il nuovo nome dietro cui si nasconde la nota Badani Breakfast Lager, altro must del birrificio. Per l’estate, si va a nozze con A Spiaggia, una blanche fenomenale, dal sentore suadente di bergamotto, freschissima con le sue noti di pepe rosa e nero, coriandolo e galanga (una specie di zenzero dolce). Mentre col freddo si godono con più piacere la Scau e la Deiva. Difficile scegliere la preferita, anche per il “papà” di tutte queste birre. “Posso dire che la Contamusse è la più consumata in generale, la Badani nella ristorazione, ma se devo dirla tutta ho un debole proprio per l’Anniversario, che raggiunge l’equilibrio perfetto tra malti e luppolo”.

Tre birre per l’estate

Badani: perché è semplice, fresca, dissetante, senza essere banale. Una pils con qualche nota erbacea e floreale e un finale luppolato che chiama la seconda lattina.

A Spiaggia: dice tutto il nome. È “la” birra estiva per eccellenza. Bergamotto, pepe rosa, galanga (zenzero dolce): impossibile non restarne ammaliati.

Contamusse: può mancare una IPA? No! Eccola. Dalle intense note agrumate e tropicali, amaricante il giusto, di corpo e alcol senza essere eccessiva.


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