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Gli anni 80, Italia meridionale: due famiglie irpine, aprono un’azienda vinicola nei pressi di Sorbo Serpico, nella provincia di Avellino. Da subito l’obiettivo è quello di dedicarsi al recupero di produzioni di pregio, ricercando su uno standard qualitativo alto, mettendosi in gioco e rischiando, puntando tutto su vitigni allora non considerati dal mercato, quelli originari del sud Italia, in cui all’epoca spopolavano i vitigni internazionali.
Nasce così Feudi di San Gregorio, il marchio che tutti conosciamo come uno dei più affermati in Italia e non solo, un punto di riferimento per gli addetti ai lavori e per gli amanti del buon vino.
La scommessa vinta da questa azienda ha permesso di recuperare e valorizzare la cultura vitivinicola locale e di creare al suo interno un luogo speciale, un laboratorio di idee e cultura, aperto alla sperimentazione e alla ricerca.
I vigneti dei Feudi sin dalla nascita dell’azienda sono rimasti come in origine, perfettamente integrati con la natura circostante, nel rispetto della tradizione e in accordo con tecnici e ricercatori autorevoli, il cui lavoro coesiste insieme a quello dei vecchi vignaioli locali, ancora operativi all’interno della produzione.
l’Aglianico, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo sono solo alcuni vini prodotti, ottenuti dalla coltivazione degli oltre 300 ettari di vitigni, posti a circa 700 metri di altitudine.
Le sfide per questa coraggiosa azienda non sono finite: dopo l’ampliamento della cantina, su progetto dell’architetto Hiraku Mori e l’apertura del ristorante Marennà, che riceve la stella Michelin nel 2009, oggi i Feudi di San Gregorio si propongono di riportare il loro metodo e la loro filosofia aziendale in altri territori. Per questa ragione da alcuni anni approdano nel Vulture, in Basilicata, e nell’area di Manduria, in Puglia.
Timossi Commerciale ha all’interno del suo grande assortimento Aglianico del Re DOC, Greco di Tufo DOCG, Fiano di Avellino DOCG Pietracalda, Falanghina Sannio DOC Serrocielo, tutti a a marchio Feudi di San Gregorio.
