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Ginuensis: il Gin dallo spirito genovese

“Un porto e un luogo di passaggio dove, un tempo come oggi, si mischiano popoli e merci, abitato da una popolazione che “strenzoe i denti e parla ciæo” (stringe i denti e parla chiaro) ma che sa anche essere accogliente, a modo suo. Unica nel suo genere, come Ginuensis”. Così Chiara Ardenghi, nel blog Le Strade, parla di Genova e di Ginuensis, mettendo a confronto La Superba e l’alcolico che prende ispirazione da questa città.

 

Un progetto ambizioso, quello di Vittorio, Francesco e Marco, che scelgono di credere nelle loro radici e di utilizzare come perno della loro visione la genuinità del loro ardore. La fedeltà alle loro origini li ha portati a fare mesi di esperimenti, con l’obiettivo di realizzare una produzione limitata, destinata all’entroterra ligure. Ma Ginuensis ci ha messo poco a uscire dai confini regionali, vincendo una medaglia d’oro nella categoria distillati al Binu – Concorso Nazionale per Distillati Amari e Vermouth.


Anche la grafica e il logo sono artigianali e simbolici: dalla texture del ginepro sullo sfondo per arrivare alla scritta e al logo, disegnato a mano dal Calligraphy & Lettering Artist di Luca Barcellona, e poi digitalizzato. Il simbolo del riccio, minimalismo puro, non è solamente un richiamo alla vita notturna ma è anch’esso riflesso del carattere spinoso del genovese.

Ma: cosa rende così speciale questo Gin a livello di gusto?

Ginuensis, spirito genovese: la composizione

 

Ginuensis parla di Genova in modo sottile: non a caso, tra le nove botaniche utilizzate (cardamomo, cumino, liquirizia, arancia, mandorla, radice di angelica, coriandolo, ginepro e Lime Kaffir), non c’è il basilico. Ma lo spirito è più zeneize che mai. Si tratta di fatto di un Gin adatto alla miscelazione dal gusto diretto ma dolce, intenso e agrumato, aromatico.


Le singole botaniche vengono infuse, macerate in alcol e poi distillate a bassa temperatura, sempre separatamente, per poi unire i risultati. Prima dell’imbottigliamento, il gin viene filtrato per eliminare i residui oleosi, donandogli l’aspetto cristallino e quel particolare sapore che lo contraddistingue, l’atipicità che lo rende unico. Come dicevamo nell’introduzione, un porto dove si mescolano merci. Questa è Genova.
E questo è Ginuensis!

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